Agonismo, fattore di crescita
L’agonismo è spesso associato alla ricerca di un risultato, costi quel che costi. Non è così. Di certo non lo è per la Polisportiva Osgb che per il calcio ha addirittura un responsabile dell’area tecnica agonistica.
Dunque, l’agonismo non è in contrasto con il mandato affidato a dirigenti e allenatori della società sportiva dell’oratorio. E Davide Panzeri, 36 anni – appunto il responsabile dell’area tecnica agonista dell’Osgb – non perde occasione per ribadirlo.
Oggi questa area della Polisportiva impegna una settantina di ragazzi divisi in tre squadre comprese tra Giovanissimi e Allievi. Una fascia di età delicatissima perché coinvolge giovani dalla under 14 alla under 17. Ogni squadra ha il suo staff. Giovanni Falletta allena la under 14, Marco Cereda la under 15, e Cesare Di Feo la under 17.
A tenere i fili e a raccordare impegno e programmi, intercettare e risolvere problemi e necessità quotidiane, c’è Davide Panzeri, originario di Perego e residente a Merate che per la prima volta ha voluto mettersi alla prova con un nuovo ruolo. Il patentino di allenatore Uefa B gli ha permesso di vivere importanti esperienze a Cernusco, Aurora Olgiate, Sirtorese, e Arcellasco.
Ora è nel pieno della prima stagione con la polisportiva e sta già mettendo le basi per le attività del prossimo anno. «E posso dire che l’impatto, per quel che mi riguarda, è stato positivo. Ho trovato un ottimo ambiente e numerose persone che si dedicano con entusiasmo e competenza allo sport che più amiamo» dice l’interessato.
Ma il tema è quello dell’agonismo. Come possono convivere sotto lo stesso tetto concetti come “qui giocano tutti” e “selezione in base alle capacità”. Panzeri non si scompone: «In realtà stiamo parlando di due facce della stessa medaglia perché tutto parte dal contesto che è quello dell’oratorio in cui si forma un ambiente familiare nel quale diventa fondamentale la coesione del gruppo in cui tutti sono protagonisti: da chi porta le borracce a chi scende in campo. Qui non abbiamo mandato via nessuno. Giocano tutti, ed è vero per davvero fino a una certa età. Poi arrivano le scelte. Esattamente come nelle fasi della nostra vita».
Che non significa esclusione… «Assolutamente no. Dobbiamo accettare i ruoli che ci sono stati affidati, tutti possono contribuire a migliorare le cose. Ogni scelta è implicitamente sotto esame. Al punto che il compito di ogni tesserato è di allenarsi con talmente tanto impegno e passione da mettere in difficoltà l’allenatore al momento delle scelte. L’agonismo appartiene alla crescita tecnica e caratteriale, e significa mettersi in gioco rispettando l’ambiente in cui si cresce, i compagni di squadra, allenatori, dirigenti e avversari. Vogliamo favorire un clima sereno, dove ci si allena con piacere e si gioca per continuare a migliorare la nostra crescita».
Manca la panchina nel fine settimana e il contatto diretto con il campo? «Onestamente? Non troppo. Mi piace assistere alle partite e cogliere le reazioni di chi le sta guardando con me. Mi riferisco ai genitori-tifosi e conosco le ambizioni e i desideri di ciascuno. Anche qui rientriamo noi ruoli che è importante rispettare. E noi vogliamo coinvolgere chi intende mettersi a disposizione e vuole aiutarci nel processo di crescita. Va bene il papà che incita la squadra – conclude Panzeri – ma se qualcuno volesse provare a fare il guardalinee sarebbe bene accetto».